giovedì 20 dicembre 2007

Le vie del tetris sono infinite

Come regalo di Natale e per farmi perdonare della mia latitanza ormai recidiva posto questo video che definire geniale è poco. Le vie del tetris sono infinite :D


giovedì 13 dicembre 2007

bassa definizione


Dunque, mi è capitato di ascoltare un gruppo, anzi più che un gruppo da quello che ho capito è un insieme di gruppi, che si fanno chiamare 8bit people. Sti tipi fanno musica usando i suoni dei computer e dei videogame degli anni '80, tipo Commodore 64, Atari ecc. E a parte la gioia malata per poter dare sfogo a questa mia perversione vintage arcade (certe traccie sono spettacolari!) mi è tornata in mente una riflessione che ho fatto anche un pò di tempo fa riguardo l'influenza dei limiti tecnici nella creazione artistica. Spesso capita che dall'idea alla pratica si frappongono degli ostacoli che ti portano a rimodellare il tuo pensiero. A prima vista questi limiti sembrano solo una gran rottura, però a pensarci bene il più delle volte sprigionano una creatività inaspettata che va oltre l'idea di partenza. Come quelli che negli anni '80 volevano mettere la musica nei videogiochi ma la capacità di quei poveri computer era limitata e quindi si sono inventati queste melodie ultrasintetiche e posticcie che poi col tempo sono diventato un genere a se. Per non parlare del cinema, quando ad esempio nei film poveri, costretti da enormi limiti economici, se ne uscivano con delle trovate assurde e geniali che nei film ricchi te li sognavi. Ecco, alla fine penso che doversi confrontare con tutti sti limiti può solo stimolare la creatività. E non me ne abbiamo gli appassionati di colossal e alta definizione ;)

mercoledì 28 novembre 2007

Di passaggio


Ciao ragazzi, scusate la mia latitanza ma sto in uno di quei periodi un pò sospesi e quindi tendo a disertare un pò tutto...
In più mi sono perso dietro questa sceneggiatura per lungometraggio a cui sto collaborando... nulla di ufficiale, ovviamente, è uno di quei progetti vagamente bohèmiene che tanto mi affascinano ...
comunque prima o poi tornerò a frequentare il mio blogghettino. Giuda ballerino, direi ;)
A presto

domenica 28 ottobre 2007

Schegge di un'allucinazione


E se io, camminando con gli occhiali da sole

in un labirinto allucinogeno

con le pareti gialle & verdi & fosforescenti

incontrassi distrattamente

una ragazza nuda ma con i guanti

e le chiedessi

Dov’è la realtà?

e lei

tagliandosi i capelli a zero

& coprendosi le ginocchia

mi rispondesse

La realtà? Non so, non la conosco

Non sarebbe

stupendo?

lunedì 22 ottobre 2007

Album di famiglia


Tra le foto della prima comunione dovrei inserirci quest'immagine. Ce l'avrò avuta davanti per anni, che campeggiava su un monitor improvvisato ricavato da un telefunken con telecomando rotto. E prima di giocare a bubble bobble, pang o pacman con la mia Amiga 500 c'era sempre lei, quella manina che mi esortava ad inserire il dischetto nel quale c'era tutto il mondo. I miei nonni si commuovono quando vedono le foto della guerra, i miei genitori quando vedono quelle del 68 ed io quando vedo quella manina che tiene il dischetto. Sono sempre più convinto che ci sia qualcosa che non funzioni proprio bene nella mia testa. Blue Screen of Death. Riavviare il sistema.

venerdì 12 ottobre 2007

Dubito di tutto. Forse.


Stile Syd Barrett sto seduto con lo sguardo nel vuoto mentre davanti mi scorrono facce, notizie, congressi, interviste. Si manifesta un accenno di overdose. E quasi prendo a dubitare che tutto ciò che mi passa davanti e leggo sia reale. L'opposizione che attacca il governo non perché è contraria ai provvedimenti che emana, ma perché lamentano che siano stati copiati dai loro (sic!), in Germania un sadico che ha violentato e torturato la ragazza ha avuto un'attenuante di pena perché è sardo (ari-sic!), e il pm che si occupa degli scontri al g8 di genova del 2001 dice che le forze dell'ordine sono state ineccepibili (come se entrare in una scuola in piena notte e massacrare persone inermi sia il normale compito dei carabinieri, ari-ari-sic!).
Mah, come disse qualcuno tempo fa, un mondo dove i campioni di vela sono gli svizzeri non dev'essere un mondo molto sensato.
Vabbuò, finita la mia divagazione quotidiana, torno ad alienarmi...

giovedì 4 ottobre 2007

Youtube, l'ho visto di spalle che si allontanava

Dunque, che ormai youtube abbia perso il grande valore che negli ultimi due anni si era conquistato, comincia ad apparire evidente. Nel senso che, fino a qualche mese fa, se cercavi una cosa, ti mettevi su youtube e la trovavi, oggi la cosa si fa un po’ più complicata. Un po’ tutti stanno rivendicando i loro diritti di proprietà. Cosa da un certo punto di vista più che lecita, anche se vedere un pezzetto di video a bassa risoluzione non credo che vada a diminuire gli introiti ai dententori dei diritti. Cmq ne hanno il diritto e lo fanno. Pian piano stanno rimuovendo centinaia e centinaia di video da youtube. In questa nuova inquisizione ci sono capitato anch’io con Gimada. Qualche settimana fa la Fox Italia ci ha fatto cancellare da youtube i nostri doppiaggi dei Griffin in napoletano, e non paghi, ci hanno fatto chiudere l’utenza per ripetuta violazione del copyright.
E quindi, in questo post, un po’ per rivendicare la nostra atavica voglia nello scherzare e un po’ per ripicca, ne pubblico un altro di doppiaggio dei Griffin in napoletato!
p.s. Attenzione! La scena è per stomaci forti :P


lunedì 1 ottobre 2007

Un paragone provocatorio

Andiamo un po’ indietro, tipo agli anni 10 del secolo scorso. Da una situazione di malcontento generale in cui la politica non aveva la forza né la voglia di prendere in mano la situazione, un tipo che faceva il giornalista scende in campo a predicare un ordine nuovo, sparando a zero sul sistema debole della politica e raggiunge consensi enormi. Di cose che non vanno ce ne sono molte, e la gente è esasperata di essere lasciata sola da una classe dirigente distaccata ed egoista. La figura del giornalista diventa sempre più popolare e intorno a lui si viene a creare un folto gruppo di adepti pronti a seguire come vangelo ciò che egli dice… Circa un secolo fa una situazione del genere ha fatto nascere il fascismo. Oggi, seppure le forme sono cambiate, il contesto non mi sembra molto diverso… come andrà a finire?

giovedì 27 settembre 2007

Messo con le spalle al muro ho ceduto anch'io


Insomma, ho latitato finché ho potuto ma i meme continuavano a braccarmi. A nulla è valso il passaporto falso, rintanarsi in un casolare del Turkmenistan e comunicare solo tramite pizzini. Anche lì mi arrivavano pizzini di risposta in cui mi si intimava di fare un meme. Quindi, ormai stremato getto la spugna e lo faccio anch'io. Tra i vari meme che mi sono stati proposti per ora scelgo quello di M0rg4n4, perchè mi va di parlare di alcuni blog che mi sono piaciuti e in qualche modo avrei voluto scrivere io. Il prossimo che farò sarà quello, più sconnesso e logorroico, de la rimastanza avanza, le cui skizzate autrici mi stanno simpaticamente col fiato sul collo.
Dunque, ne devo scegliere tre e, non pago, devo mettere la taglia su altri tre che dovrebbero continuare questa improbabile catena di sant’antonio.

I blog che scelgo sono:

s.b. perché mi diverte un mondo il suo modo di essere brillante e sarcastico, con quella sua capacità di reinterpretare i fatti di attualità nonché le vicende che gli capitano quotidianamente

categong per la prospettiva folle con cui si guarda intorno. Tra i tanti suoi post ho adorato quello su obi-wan

e poi

bestès lone wolf, di cui ancora mi chiedo come faccia a fondere l’estetica cyberpunk con il trash della commediaccia ann 70 in maniera così armonica. Il tutto poi intervallato da gotiche folgorazione che aiutano non poco ad avere una notte insonne

e adesso devo puntare il mio dito inquisitore su altri tre:

1) Il buon vecchio Mat, per la semplice motivazione che probabilmente non lo farà mai
2) Mimmo, per la semplice motivazione che probabilmente l’ha già fatto
3) Babbo Natale, perché probabilmente non esiste

mercoledì 26 settembre 2007

Un'oasi al capolinea


Non so se qualcuno di voi si ricorda il film Tutti giù per terra. Walter, facendo un’amena riflessione su ciò che l’aspettava diceva: “avrei finito per vendere l’ultima cosa ancora mia oltre al culo, il tempo.” Eh beh, a me la cosa che più stressa del lavoro non è il lavoro in sé, in quanto lo trovo anche stimolante, ma il tempo che ti ruba rispetto al resto. E finisci per trovare delle oasi di pace in posti e luoghi prima impensati, come alle 9 del mattino stipato in un tram strapieno in cui ti puoi perdere dentro un paio di cuffiette al suono di qualche splendida canzone.
Ma del resto, con la precarietà che c’è, per tre mesi che un lavoro ce l’ho probabilmente non dovrei lamentarmi. Ma che volete, son cacacazzo di natura :P Intanto, però, un ritaglio per buttare giù qualche riga l’ho trovato.

venerdì 21 settembre 2007

Colleghi Trascurati


Scusate tutti ma sti giorni, col fatto di adattarmi ai ritmi del nuovo lavoro sto un pò in tilt e non ho trovato il tempo di rispondere ai commenti e di girare un pò sui vostri blog. Appena mi sarò un pò assestato tornerò in carreggiata e riprenderò la mia vita da blogger. E che sto lavorando come montatore per una webtv giornalistica e, si sa, i ritmi giornalistici sono da pazzi. A cui si aggiunga che, prima di montarli, mi tocca vederli i video. Ore di interviste a sottosegretari vari che spingerebbero al suicidio anche le persone più attaccate alla vita!
Ad ogni modo tornerò presto!!

domenica 16 settembre 2007

La guerra è finita (se tu lo vuoi)

Ebbene, ieri sera mi sono imbattuto nella visione del documentario “The U.S. vs John Lennon”, nel quale si è cercato di ricostruire come l’FBI, infastidito dall’attivismo di Lennon, cercò in tutti i modi di mettergli i bastoni fra le ruote. A rivederlo oggi l’attivismo di John fa quasi tenerezza, come la scelta di non tagliarsi più i capelli finché non arrivi la pace o stampare centinaia di cartelloni in formato gigante con su scritto “War Is Over (If you want it)” e farli appendere nelle principali città del mondo oppure, ovviamente, inneggiare all’amore universale attraverso le canzoni o le interviste. Gesti quasi ingenui che oggi al massimo farebbero sorridere l’establishment. Ma allora, con il clima di rivolta che permeava ogni ragazzo e con l’immenso potere mediatico che poteva avere un beatles, quei gesti rischiavano di cambiare il mondo. E non gliene voglia l’FBI, ma quel capellone, almeno un po’, il mondo l’ha cambiato.

giovedì 13 settembre 2007

La Leggenda Degli Uomini Precari

Che anch’io abbia i miei bei problemini ormai è chiaro, come quando certe mattine, svegliandomi, invece di fare colazione fisso lo sguardo nel nulla e mi trovo a cantare “Una vita da precario” sulle note della canzone del Liga sul mediano… ma questa condizione esistenziale è più invasiva di quanto si possa pensare. Negli ultimi giorni però sono partito alla carica per farmi una raffica di colloqui. Capello a posto, barba fatta, giacca-da-persona-seria e cartina di Roma in tasca per non arrivare ore in ritardo causa improvvisa perdita dell’orientamento. Solitamente la giornata finisce con io che cerco di consolarmi tramite un Amaro Lucano (pare che nella pubblicità quando va tutto a puttane sia d’obbligo l’Amaro Lucano). Ebbene, stavolta no! Pare che un lavoro sono riuscito a sfangarlo! Certo, certo, sempre precario, ma meno degli ultimi... quindi per ora l’Amaro Lucano può aspettare ;)

martedì 11 settembre 2007

Posso accettare il caos, ma non sono sicuro che il caos accetti me


Solitamente quando si fa un film biografico, si dice che la vita del personaggio viene romanzata. Per Io non sono qui, pellicola ispirata alla vita di Bob Dylan, non solo è stata romanzata, ma fatta calare nell’acido e cantata con le sue parole. Il film è totalmente folle, e per questo, a mio parere, geniale. La narrazione è frammentaria e psichedelica e gli eventi reali si mischiano alle suggestioni delle sue canzoni. Si passa dalla rappresentazione dell’infanzia in cui Dylan è immaginato come un ragazzino di colore che salta da un treno merci all’altro, con la chitarra in spalla e in fuga dal riformatorio, al Dylan che conosciamo tutti, tra canzoni di protesta ed eccessi, per passare poi al Dylan disilluso fino a giungere a un Dylan versione cowboy che vive in un villaggio da vecchio west popolato da personaggi felliniani. Il tutto spezzato e ricomposto apparentemente a caso. E, ovviamente, su questo, la sua musica la fa da padrona. Azz è veramente difficile descrivere questo film! Dovrei trovare una parola che ne sintetizzasse il senso… mmm vediamo… ribelle? No, non spiega bene com’è… mmm… ah ecco, trovata: anticonformista. Proprio come lui.

domenica 9 settembre 2007

Gangs of Cinecittà

Sabato, oltre al V-day, qui a Roma c’è stata la Notte Bianca. Tra i vari eventi in cartellone c’era la possibilità di visitare cinecittà. Un’occasione che non mi potevo far scappare, anche perché le volte che ci ero passato vicino l’ho sempre vista come una fortezza, con tanto di filo spinato sopra le recensioni nemmeno fosse Guantanamo. Quindi con l’emozione di un erotomane in una fiera dell’hard ho affrontato la metro superaffollata e mi sono diretto alla città del cinema. Appena entrati a cinecittà dagli altoparlanti si sentiva la marcia dell’8 e mezzo felliniano e io con l’immaginazione ero già partito per la tangente. La mia ragazza probabilmente guardandomi avrà visto disegnata sul mio volto un’espressione ebete e incantata, nemmeno avessi una paresi facciale. Ma io davvero mi sentivo a Disneyland! Il primo set che ci siamo trovati davanti è stato quello di Gangs of New York, la ricostruzione di quella via newyorkese dell’800 era impressionante, e avevo i brividi a passeggiare tra quei lampioni e quelle insegne consumate. E intanto dagli altoparlanti veniva il tema di Morricone per “C’era una volta in America”. Seguivano poi altri set, come quello della Roma Antica o dell’Assisi di San Francesco, ed io li guardavo estasiato come un bambino... Non avrei smesso più di vagare per quelle città fantasma cariche di magia. Poi però siamo arrivati all’uscita. Gli altoparlanti commentavano la fine del tour trasmettendo il tema della Casa Stregata, ed io pensavo a Pozzetto che mi guardava e diceva “La fine quando arriva, arriva!”

giovedì 6 settembre 2007

I Griffin doppiati in napoletano

Circa un annetto fa io e il mio collega di follia ci siamo sfiziati a fare un doppiaggio di una scena dei Griffin in napoletano. Ma così, giusto perché non abbiamo proprio tutti i neuroni a posto, e poi perché, in fondo, ci divertiamo con poco. Lo postiamo su youtube e in poco tempo comincia a macinare un numero impressionante di visite. Fin qua una bella soddisfazione, se qualcun altro si diverte con noi co ste minchiate a noi non può che far piacere. Poi però la sezione dei commenti comincia a diventare una sorta di forum tra le opposte fazioni tra nordisti e sudisti e ormai sono diversi mesi che è diventato terreno di scontro violento tra quelli che dicono che il sud è pieno di fannulloni, camorristi, parassiti ecc, e quelli che rispondono che al nord sono delle merde e via discorrendo. Una discussione carica di violenza verbale, molto televisiva, in cui l’insulto è l’elemento dominante. Io, sinceramente, sono rimasto sorpreso da questa forma di razzismo che veniva fuori da sti commenti, mi sembravano discorsi superati ormai da molto, ma evidentemente non è così. E noi che volevamo solo scherzare e farci qualche risata in compagnia...

ps news: visto che il video ce l'hanno rimosso da youtube, noi l'abbiamo ripostato da un'altra parte. Cliccare per credere ;)

Brian deve dei soldi a Stewie che si sta per incazzare. In questo video sbrocca, parlando in napoletano

martedì 4 settembre 2007

Una faccia in prestito

Le persone (e i personaggi) possessori delle facce sopraccitate mi hanno arricchito di molte sfumature. E volevo rendere loro un omaggio, inutile e frivolo, senza parole…

domenica 2 settembre 2007

Groucho senza baffi?!?! Giuda ballerino!!!

Ho appena scoperto che nell'edizione americana di Dylan Dog, Groucho, per motivi di copyright, è privo dei suoi baffi ed è stato ribattezzato Felix. Ma come? Il mitico e surreale sosia di Groucho Marx, che a mio avviso è una delle grandi forze di questo fumetto, è stato macellato negli Stati Uniti per un inquietante problema di diritti d’autore… non ho parole! Letta sta cosa stentavo a crederci quindi ho attivato tutte le mie capacità di ricercatore web e alla fine l’ho trovato uno stralcio di questa edizione americana, eccola:


Ma essere il sosia di Groucho Marx faceva parte integrante dell’assurdità del personaggio. Sarà che ci sono affezionato al buon vecchio Groucho ma vedere sta cosa mi ha vagamente turbato. Fra un po’ arriveranno a tassare le persone perché somigliano troppo a qualche personaggio famoso, mah…

venerdì 31 agosto 2007

Una giornata particolare


Oggi giornata piuttosto movimentata perché… beh perché… e che non sono abituato e quasi mi imbarazzo a dirlo… cmq ecco… giornata movimentata perché… ho lavorato!

Ecco, l’ho detto! E che ne avevo sentito parlare ma… sa com’è, dal momento che non ne vedevo mai di lavoro ho cominciato a credere che fosse una di quelle leggende metropolitane, mah sì, del tipo “contadino avvista extraterreste vestito da majaro” o cose così. E invece no, oggi ho lavorato! Certo una piccola cosa riguardo un video, a cui peraltro dovrò dedicarmici anche nei prossimi giorni (prima di ripiombare nel vortice della nullafacenza), però sono quelle cose che ti ridanno fiducia! Adesso mi voglio proprio rilassare! Mi accendo una sigaretta e mi affaccio alla finestra… ah, che bello il cielo… ma… e quello?... quello cos’è? Azz, sembra un extraterreste vestito da majaro…


p.s. poi volevo ringraziare selma che, non si capisce bene sotto gli effetti di quale sostanza, nella sua rimastanza avanza ha parlato entusiasticamente del mio blog ;)

giovedì 30 agosto 2007

Un altro post social-demenziale

Continuando la serie “come sarebbe stato se la cultura televisiva odierna fosse esistita anche nel passato”, qui di seguito posto un’altra serie di interviste doppie realizzate dalla premiata ditta Gimada, ovviamente in chiave fortemente demenziale. Stavolta mi sa anche che ci siamo spinti un po’ oltre, compaiono addirittura Gesù e il Diavolo… ps anche in questo caso l’ultima è illogica demenza ;)


mercoledì 29 agosto 2007

Col Pranzo è Servito sono arrivato alla frutta

Comincio a preoccuparmi. Ieri mi sono fatto un piatto di spaghetti al pomodoro. Mi stavo apprestando ad amalgamare il sugo alla pasta quando d’improvviso mi blocco e inizio a contemplarlo. E il pensiero che mi ha interrotto è stato: è identico al piatto di spaghetti del Pranzo è Servito. Sì, sì, proprio la trasmissione di Corrado degli anni ’80. Ho notato che la disposizione degli spaghetti e la chiazza di sugo in cima erano precisi a quelli della pastasciutta della storica trasmissione. Inutile dire che il pensiero successivo è stato “ma che cazzo mi viene in mente?!?!” Ho poi dedotto che non mi libererò mai del background televisivo col quale sono cresciuto. E in attesa di altre spericolate associazioni con programmi come Drive In, Il gioco delle Coppie, Emilio, Ok il prezzo è giusto, Il gioco dei nove, Telemike o Jonathan dimensione avventura, mi sono deciso finalmente a mangiare questo benedetto piatto di spaghetti.

lunedì 27 agosto 2007

Due frasi maledette

In relazione al Vostro annuncio invio il mio curriculum.
In attesa di una Vostra risposta porgo cordiali saluti.

Queste due frasi mi tormentano. Strisciano verso il mio letto mentre dormo e mi punzecchiano sadicamente. Si nascondono nel mio armadio per aggredirmi quando lo apro. Anche quando prendo il caffè le vedo galleggiare mentre mi deridono allegramente. Da un po’ di tempo a questa parte sono la mia condanna. E non dovrei nemmeno lamentarmi più di tanto, che questa specie di lavoro free-lance me lo sono scelto io. Solo che si lavora così, quando capita. E capita poco. Mentre le bollette da pagare e l’affitto capitano schifosamente regolari. E quindi via con lo show degli annunci di lavoro e di invio curriculum… e poi loro: quelle due maledette frasi che quasi quotidianamente devo scrivere. E certe mattine mi verrebbe di modificarle a tradimento quelle maledette...

In relazione al Vostro annuncio Vi invio un sentito VAFFANCULO.
In attesa di una Vostra risposta Vi sfotto cordialmente.

domenica 26 agosto 2007

Grazie a Dio non vivo negli Stati Uniti!

Sabato sono andato a vedere Sicko, l’ultimo film di Micheal Moore. Appena uscito dal cinema il mio primo pensiero è stato: “Grazie a Dio non vivo negli Stati Uniti!” Che poi, grossomodo, è lo stesso pensiero che ho avuto dopo aver visto Bowling at Colombine e Fahrenheit 9/11. L’atrocità del sistema sanitario statunitense è messo alla berlina, e ho avuto i brividi vedendo quanto poco rispetto per la dignità umana è perpetuato dalle lobby assicurative e farmaceutiche. Certo, poi lo sappiamo tutti quali sono i limiti del buon vecchio Moore, quel suo gusto sensazionalistico, un po’ televisivo, di indugiare sui casi umani e l’assenza di un contraddittorio, difatti è assente qualsiasi intervento dei dirigenti delle società assicurative che sono il suo bersaglio. Ciò non toglie, però, il grande valore a questa denuncia e apprezzo una voce fuori dal coro come quella di Micheal Moore che, seppure con i suoi limiti, ha il coraggio di puntare il dito contro un sistema che si ostina a perpetuare col sorriso una continua umiliazione verso la dignità umana. E poi mi sta simpatico :)

venerdì 24 agosto 2007

Un post social-demenziale

Io lavoro nell’ambito del video. Con una precarietà a dir poco fastidiosa, ma ci lavoro. Faccio questa premessa perchè oggi volevo scrivere un post sulla degenerazione della cultura televisiva, sull’imbarazzante mancanza di gusto e sensibilità a cui siamo abituati. E mi sono tornati in mente dei video, dall’approccio indiscutibilmente demenziale, che ho fatto tempo fa col mio collega (la parte iniziale della sigla Gimada), in cui ci eravamo immaginati come sarebbe stato se, ai tempi del fascismo o durante gli anni di piombo, ci fosse stata la cultura televisiva odierna. Oggi ne posto uno (non fate caso all'ultima intervista, quella era puro godimento demenziale)


giovedì 23 agosto 2007

I duri del cinema... e della realtà

Prendiamo Bogart, con tanto di impermeabile, cappello e immancabile sigaretta che pende dalle labbra che prima di andarsene verso chissà quale meta si gira e con voce profonda dice: “Arrivederci amico. Non le dico addio. Gliel’ho detto quando aveva un senso. Gliel’ho detto quando ero triste, solitario e alla fine” poi si volta e se ne va. Che stile ineguagliabile! Ti fanno venire i brividi questi duri del cinema! E ti viene quasi da prenderli come esempio di vita per quanto fascino emanano… e sta qui il problemi: molti lo fanno! Inutile dire che gli effetti sono a dir poco ridicoli. Il diciottenne che parla come se avesse fatto le trincee nella Grande Guerra, il tipo che deve necessariamente chiudere ogni discussione con delle frasi a effetti tipo “Se il destino vorrà ci rivedremo un giorno, e capirai di cosa parlavo” (sic!) o quelli che se il camioncino della raccolta differenziata salta un giorno te lo dicono con un’espressione del tipo “E’ bene che ci rendiamo conto che abbiamo le ore contate”. Beh, se questi devono essere gli effetti… fanculo Bogart, ridateci Woody Allen!!!

martedì 21 agosto 2007

Vintage Arcade

Se c'era una cosa, quand'ero piccolo, che mi faceva pesare di essere figlio unico, beh quella cosa era indubbiamente Bubble Bobble

certi livelli, per non parlare del fatidico n°100, si potevano superare solo giocando in doppio, ed io mi consumavo nella frustrazione di giocare da solo! Draghetti maledetti! Mi avete rovinato l'infanzia! Non avevate pietà di me diecenne, della mia Amiga 500 e di quel fottutissimo dischetto con il gioco? No eh... se adesso sono così è anche colpa vostra!

lunedì 20 agosto 2007

Una solidarietà abbagliante

Ragionando di solidarietà e di quanto ce ne sia sempre meno, mi è tornata in mente un’abitudine che si tramanda di generazione in generazione senza avere il minimo cedimento. E mi riferisco alla consuetudine per gli automobilisti di avvertire tramite gli abbaglianti della presenza degli sbirri lungo la strada. In modo che se qualcuno è senza cintura di sicurezza, sta parlando al cellulare o sta andando oltre i limiti di velocità, possa repentinamente abbassare il tiro e trasformarsi in un conducente modello. Però l’automobilista che si avverte potrebbe anche avere un cadavere macellato in decomposizione nel bagagliaio o trasportare una partita di kalashnikov. Si potrebbe essere complici di un assassino eppure lo si avverte della presenza dell’ordine costituito. Non so da cosa deriva questa atavica repulsione verso le forze dell’ordine, che sulla carta dovrebbero essere lì per proteggerci. Tuttavia anch’io quando mi trovo a relazionarmi con la sbirranza provo un certo disagio e tendo a vederli non dalla mia parte. Ma perchè? Sarà forse che continuiamo a percepirli non come soggetti preposti a far rispettare il vivere civile ma come il braccio di uno stato che pensa solo ai proprio interessi o sarà più semplicemente una sorta di antipatia verso un’insita arroganza che spesso portano addosso insieme alla divisa… chissà, sta di fatto che una delle poche forme di solidarietà che ancora sopravvive in maniera così diffusa è quella contro l’ordine costituito.

sabato 18 agosto 2007

Gli inarrivabili titoli stracult


La cosa strepitosa dei film stracult degli anni 70 sono i titoli. Alcuni toccano dei livelli di creatività sublimi. Nessuna persona sana di mente oggi potrebbe solo pensare di intitolare un film come invece facevano i produttori italiani di quel periodo. A prima vista era sui western che si sbizzarrivano maggiormente con titoli inarrivabili come “Lo chiamavano Tessette… giocava sempre con il morto” o “Indio Black, sai che ti dico: sei un gran figlio di…” ma è sulla commedia pecoreccia a sfondo erotico che davano davvero il massimo con titoli come “Fratello homo, sorella bona – nel boccaccia superproibito” oppure “Quando gli uomini armavano la clava e… con le donne fecero din don” o ancora “Geometra Pinetti selvaggiamente Osvaldo” per non parlare dell’altissimo “La dottoressa ci sta col colonnello” e fermatemi che l’elenco potrebbe continuare per pagine intere. Concludo con un titolo che da solo meriterebbe un premio oscar “Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le braghe in mano, riuscì a conservarselo sano”

venerdì 10 agosto 2007

Pasolini e i titoli cantati

A proposito di stranezze cinematografiche mi sono tornati in mente i titoli di testa di un famoso film di Pier Paolo Pasolini "Uccellacci e Uccellini". Che la mia memoria di cinefilo ricordi è l'unico caso in cui la canzone che accompagna i suddetti titoli ha come testo... i titoli stessi. Ha un effetto davvero straniante e probabilmente una trovata del genere poteva venire solo ad un tipo come Pasolini. Per la cronaca il tema è composto da Ennio Morricone.

mercoledì 8 agosto 2007

La generazione del Nastro

Ho ancora la mia stanza strabordante di musicassette e VHS. E mi capita di fissarla questa massa informe di nastri. Li guardo con la tenerezza che hanno le cose inutili. Non hanno la poesia del vinile né la grazia eroica della pellicola ma nemmeno la comodità e la qualità del digitale. Sono una via di mezzo dall’identità confusa e probabilmente non lasceranno traccia. Nell’80 erano il futuro e nel 2000 erano già il passato. Ma è attraverso loro che mi sono innamorato del cinema e della musica. Rewind, play, stop.

venerdì 3 agosto 2007

Cara Amelie, a Roma il mondo è tutt’altro che meraviglioso


Sarà il mio stato di precario perennemente in lotta con la realtà quotidiana, ma da un po’ di tempo a questa parte sto perdendo anche la cosiddetta sospensione dell’incredulità. L’altro giorno mi stavo rivedendo Il Favoloso Mondo di Amelie. Bel film, non ci sono dubbi, però… Dunque Amelie ad un certo punto della sua vita va via di casa, dove viveva col padre, e si trasferisce nel centro di Parigi in un bel appartamentino all’interno di un condominio. Nella sua vita parigina lavora come cameriera in un piacevole bar, ma comunque non particolarmente importante. Ora, io non so, a Parigi, quanto possano pagare una cameriera e non so nemmeno come sono i prezzi nel mercato immobiliare della capitale francese, però so che a Roma una situazione come quella di Amelie sarebbe impossibile. Un appartamentino come quello di Amelie (presumibilmente 3 stanze più il bagno) in una zona non particolarmente centrale di Roma viene a costare d’affitto una cifra che oscilla diciamo tra i 1000 e 1300 euro. A cui si devono aggiungere le spese di elettricità, gas, riscaldamento e condominio. Ora, una cameriera in un bar quanto può guadagnare? 1000 euro? 1200? Mettiamo che gli va di lusso, ma proprio di lusso e prende 1300 euro nette. Come fa a sostenere la spesa di un appartamento del genere?! Solo per l’affitto gli va via tutto lo stipendio. E le altre spese? Qualcuno potrebbe dire che lavorando in un bar con una buona probabilità il pranzo lo scrocca lì, qualcun altro poi potrebbe aggiungere che Amelie ha sicuramente uno stile di vita economico. Giuste osservazioni, ma santoddio tra l’affitto, le bollette e un minino di spese per vestirsi e mangiare con lo stipendio da cameriera è matematicamente impossibile arrivare a fine mese. Che forse sia questo il favoloso mondo del titolo?

lunedì 30 luglio 2007

David Lynch - Come un viaggio con la mescalina che finisce male



Ammettiamolo. A prima vista Inland Empire sembrano le visioni degeneri di un macaco strafatto di crack. Anche per gli appassionati di Lynch e dell’assurdo questa volta il Maestro sembra aver esagerato. Il suo consueto straripamento visionario stavolta è partito per la tangente, le immagini sono dissociate come un viaggio con la mescalina che finisce male, è anche se lo si guarda dal punto di vista esclusivamente emotivo è difficile trovarsi coinvolti, a meno che si sia Albert Hofmann. Qualche lato positivo però in questo lavoro lo vedo, anche se più sul lato delle intenzioni che su quello del risultato. Ovvero quella tensione allo sperimentare che non dovrebbe mai abbandonare nessun regista. E Lynch con questo film conferma il suo desiderio di cambiare continuamente le carte in tavola. Come per esempio la scelta di esplorare a fondo le nuove potenzialità del digitale, o quella di inventarsi nuove forme di racconto dalle macerie di una struttura narrativa. Certo, come per tutte la fasi spericolate della sperimentazione, di critiche ce ne sarebbe tante, alcune anche violente (chiedete agli ignari spettatori che hanno sborsato 6 euro e 50 per vederlo al cinema senza sapere minimamente di cosa si trattasse). Però ad uno che all’accusa di fare film senza senso risponde “E’ bizzarro, la gente accetta tranquillamente che la vita non abbia senso e poi si lamenta perché i miei film non ce l’hanno” non può che andare tutta la mia ammirazione. E per stavolta gli perdoniamo il delirio lisergico che ha impresso sulla pellicola. Pardon, sui pixel.

sabato 28 luglio 2007

Max Headroom - Il Pirata Dell'Etere

Alle 9 del mattino del 22 novembre 1987, durante il telegiornale trasmesso dalla WGN di Chicago, d’improvviso sullo schermo si ha un’interferenza e compare un tipo mascherato da Max Headroom (famoso annunciatore di Videoclip musicali) e rimane in onda per circa trenta secondi. L’intrusione illegale nell’etere si ripete circa due ore dopo, stavolta sulla PSB di Chicago, dove il pirata interrompe la serie Dr. Who. In questa occasione rimane in onda per un minuto e mezzo.

Questo è stato il primo caso di pirateria televisiva. Un sabotaggio gratuito e disinteressato, fatto esclusivamente per sbeffeggiare l’olimpo dei massmedia. E io me l’immagino questo sovversivo vagamente folle che, nei giorni e nelle notti del 1987, mentre debuttavano gruppi come i Nirvana, i Public Enemy e gli Alice in Chains, e al cinema uscivano film come Full Metal Jacket, Gli Intoccabili, Robocop e Arma Letale, passava ore e ore a studiarsi le frequenze, a mettere a punto antenne e a progettare congegni elettronici di trasmissione… il tutto per una cosa apparentemente senza motivo ma profondamente liberatoria.

venerdì 27 luglio 2007

Fuori Sede e il lavoro


frammenti da Gimada

Dopo mesi e mesi di fuorisedismo spinto fatto di giornate sul divano tra lattine di birra, spossanti sfide notturne alla PS2 e tour organizzati verso feste erasmus, per molti comincia a farsi sentire il problema economico. Soprattutto in seguito a minacciose telefonate paterne il cui tono farebbe impallidire qualsiasi inquisitore medievale. E così anche i nostri quattro eroi si sono ritrovati nel girone infernale dei “lavori per studenti”. Luc ha rimediato, in un centro commerciale, un lavoro da promoter per una nota ditta telefonica. Impiego che però è riuscito a mantenere per poco meno di una giornata, difatti la sera stessa è stato licenziato per le seguenti cause: riduzione arbitraria del target alla sola clientela femminile, rilettura creativa delle tariffe, attivabili, secondo Luc, solo chiamando il suo numero e infine per aver utilizzato come mms dimostrativo un estratto dal film Le Porno-infermiere nel girone degli assatanati. Decisamente meglio è andata a Narco, assunta in un call center. Difatti il suo compito era quello di raccogliere le feroci lamentele degli utenti ma misteriosamente, in seguito ai suggerimenti che dispensava, gli spietati recriminatori placavano i loro animi. Che poi tali consigli consistevano in un uso non convenzionale di ogni sostanza tossica presente in casa è un particolare trascurabile, e altrettanto irrilevante è stato il ricovero in stato confusionale di un utente che, sotto suo consiglio, si era fatto un aerosol di idraulico liquido. Per quanto riguarda Ska, invece, il lavoro si è concretizzato in un negozio di abbigliamento di second’ordine. Solo che il suo inalienabile senso civico le ha creato qualche problema con l’impiego di commessa, infatti tendeva a fare analisi dettagliate dei difetti di ogni capo dissuadendo ogni propensione d’acquisto persino ai più sprovveduti. Il culmine è stato quando è salita sul bancone col megafono e parlando con piglio da sindacalista anni 70 ha proposto di boicottare il negozio. Quattro minuti e mezzo dopo era per strada alla ricerca di un nuovo lavoro. Per finire Jo, mosso da un entusiasmo improbabile, inizialmente si era proposto a 27 colloqui in cui cercavano dirigenti, direttori e capi struttura. Ma dopo essere stato malamente rifiutato, inseguito, picchiato e in alcuni casi anche crocifisso solo per averlo pensato, ha ridimensionato le sue ambizioni e ha trovato un posto nel settore sempreverde del volantinaggio. Tuttora è disperso, le ultime notizie a nostra disposizione, che ormai risalgono a diverse settimane fa, lo vedevano a consegnare depliant in zona Testaccio.


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