mercoledì 7 gennaio 2009

Rasta PC

O anche le disavventure di due tecnici informatici in una scalcinata bottega. Insomma, comunque la si voglia chiamare a settembre ho girato una nuova sitcom. Sempre con la premiata ditta Gimada. L'abbiamo scritta, diretta e interpretata, insomma sintetizzando si può dire che è stato un delirio anche stavolta...



La serie completa è di 6 puntate ed è visibile su questo sito

Forse guardandola si noterà che è leggerissimamente sponsorizzata dalla Verbatim ;)

lunedì 5 gennaio 2009

Certi capivano il jazz...

Dopo aver saltato a piè pari tutto il 2008, torno al blog, forse semplicemente perché preferisco gli anni dispari... Ad ogni modo, sono appena tornato dall'Umbria Jazz Winter #16 di Orvieto, dove ho lavorato come cameraman/montatore e dove (grande goduria) mi sono seguito tutti i concerti della kermesse. Una gran bella esperienza... Ma veniano al dunque. Ho sempre subìto un notevole fascino da parte della musica jazz, da quelle atmosfere da cotton club newyorkese, fumoso e notturno, dalla magia che i musicisti riescono a sprigionare da quelle trombe lucenti o da quei tasti bianchi e neri suonati con un'eleganza invidiabile...Un concentrato di suggestioni davvero meraviglioso. Però.

Però, seguendo nel suo complesso questa manifestazione, mi sono imbattuto in alcuni concerti, per quanto mi riguarda, molto singolari. Ore intere di improvvisazioni al piano, senza nessun accenno di melodia, senza un ritornello, senza un punto d'appiglio. Non capivo. Non vi trovavo alcuna suggestione, solo dei tasti premuti apparentemente alla rinfusa. Eppure, tra il pubblico, decine e decine di spettatori concentratissimi, attenti a cogliere la più piccola sfumatura di ogni nota. E lì ho avuto l'illuminazione. Io di jazz non ne capisco un cazzo. Il piacere che dovevano cogliere questi spettatori a me non sfiorava nemmeno di pezza. Per circa 30 secondi sono stato investito da una profonda malinconia. Poi è seguito un minuto buono di riflessione e interessanti prospettive per il futuro, in cui mi imponevo di dover prendere lezioni e studiarla sta benedetta musica per riuscire anch'io un giorno a provare piacere nel sentire quel susseguirsi di note che, al mio umile orecchio, non avevano senso. Infine, però, passato questo tormentato minuto e mezzo, mi son detto: anche se mi limitassi ad ascoltare solo il jazz che mi piace non sarebbe poi tanto male...