domenica 25 aprile 2010

ventotto parole e una foto

Verso ovest. Per fare qualcosa di più che consumare petrolio. Nel frattempo un dignitoso tramonto si erge davanti a me e allo scalmanato che mi ha appena sorpassato.

lunedì 19 aprile 2010

Sovrapposizioni sul silenzio

Lungomare di Nervi, a Genova. Una soleggiata mattina di gennaio. Insieme a Daniele e alla mia ragazza ci apprestavamo a girare l'ultima video-poesia di Rockpoeta On The Road. La poesia in questione era "il silenzio" e Daniele ci aveva portato in quello scorcio di Liguria perché lì voleva ambientare la lettura dei suoi versi. Ma tra un ciak e l'altro la suggestione atemporale di quel posto mi rapì. E con ancora in testa i versi di Daniele l'occhio indiscreto della camera cominciò a muoversi tra le scogliere e il mare, tra gli scoiattoli del parco e le baracche dei pescatori. Tutto cominciò a sovrapporsi e riemersero anche altre sensazioni. Sarebbe un peccato, pensai, lasciarle scorrere via. E in quel momento non avevo voglia di peccare. E quindi è nato questo video.

mercoledì 14 aprile 2010

Il rivoluzionario 2.0

La rivoluzione è un cambiamento radicale dello stato delle cose. Wikipedia la definisce un mutamento improvviso e profondo che comporta la rottura di un modello precedente e il sorgere di un nuovo modello. Ma nell'immaginario collettivo la rivoluzione è identificata molto più riduttivamente come imboccare le armi per rovesciare il potere costituito e instaurarne un altro, presumibilmente migliore. Ora, a parte il fatto che a me la violenza fa schifo e non credo che possa mai contribuire a migliorare le cose, per quanto alto possa essere l'ideale. Ma poi il metodo della presa del potere tramite un atto violento mi sembra ben poco rivoluzionario, almeno del punto di vista semantico. Secoli di storia ci hanno insegnato che è un metodo piuttosto ordinario, lo abbiamo fatto per secoli e in molte parti del mondo continuano a farlo. Si potrebbe definire quasi un metodo consolidato, un qualcosa che ha sempre fatto parte dello stato delle cose. Ora se rivoluzione è cambiamento radicale dello stato delle cose, perpetrare la violenza non lo cambia affatto questo stato delle cose, ne modifica forse la facciata, ne può migliorare degli aspetti, ma la mentalità della violenza non viene affatto superata.
Per questo mi infastidisce questa visione riduttiva della rivoluzione. Lo stato delle cose si può cambiare, anche in maniera profonda e radicale, senza bisogno di imboccare nemmeno un taglierino. Uno dei modi in cui lo si può fare è utilizzando il potere più grande che questa società ci ha conferito, quello di consumare. Un consumo critico, boicottando i prodotti di quelle società che perpetrano lo sfruttamento, le dittature, la distruzione dell'ambiente, per esempio. A riguardo voglio consigliare un blog che tratta spesso l'argomento ed in maniera anche molto puntuale, ovvero Attaccabottone. E in particolare ci tengo a citare un post scritto da Ross qualche tempo fa che sintetizza egregiamente il concetto a cui faccio riferimento.

ps. comunicazione di servizio. Dal momento che in questo periodo non sempre riesco a trovare il tempo o l'ispirazione per scrivere nuovi post, ho deciso di aprirmi una pagina twitter dove aggiornare sinteticamente e con maggiore frequenza le rilfessioni che mi passano per la testa. E ho messo un riquadrino con le news anche qui sul blog, in alto a destra.

martedì 6 aprile 2010

la deriva

Io porto la mia macchina fotografica ovunque vada.
Avere un nuovo rullino da sviluppare mi dà una buona ragione per svegliarmi la mattina.
Andy Warhol

Non è che la viva in maniera viscerale come l'Andy di cui sopra, e aggiungiamoci pure che sono anni che son passato al digitale. Ma imbatterti in un'immagine che ti emoziona e avere dietro la tua macchina fotografica per poterla immortalare beh... è un pò come la pubblicità della mastercard, non ha prezzo. Ed è un pò così che nascono certe foto, come questa.