mercoledì 31 marzo 2010

La grande truffa del contraddittorio tv

Chiariamoci, il contraddittorio inteso come confronto di più punti di vista è un'ottima cosa. Anzi fa parte dell'essenza stessa della democrazia. Il problema è che nei talk show, e non solo, il contraddittorio non viene espletato facendo confrontare diverse opinioni su degli argomenti ma facendo confrontare due realtà diverse. Mi spiego meglio: c'è quello che dice che la terra è tonda e quello che dice che la terra è piatta. Ora, ha un senso un contraddittorio del genere? Aumenta la qualità dell'informazione? O forse sarebbe meglio, per la correttezza dell'informazione, spiegare direttamente i fatti con l'aiuto di documenti concreti? Mi rivolgo ai paladini del contraddittorio all'italiana: davvero credete che la correttezza dell'informazione sia tutelata piazzando una telecamera a via Teulada davanti a due o più individui che raccontano opposte versioni del mondo? Non sarebbe forse meglio che quella cazzo di telecamera esca da via Teulada, percorra circa 123 km e ci racconti strada per strada com'è davvero la situazione a L'Aquila, o ne faccia qualcuno in più per farci vedere se davvero sono spariti i rifiuti a Napoli? Per voi sembra di no, l'informazione è molto più corretta se si resta chiusi in uno studio a far scontrare chi dice che "sì, è tutto risolto" contro chi dice "no, i problemi ci sono ancora". Questo contraddittorio non è pluralità dell'informazione. Questo contraddittorio somiglia tanto all'oscurantismo.

mercoledì 24 marzo 2010

I nostri tiranni

In giorni come questi penso a come sarebbe radicalmente diversa la nostra vita se non fosse costantemente scandita dagli orologi. Sembrano innocue quelle lancette che si muovono lente o quei led colorati che illuminano i display delle radiosveglie. Invece sono degli spietati tiranni che controllano brutalmente i ritmi della nostra vita. Dittatori privi di ogni sensibilità che si arrogano di controllare i ritmi delle nostre giornate. E la propaganda di regime ci fa credere che sono necessari questi maledetti orologi, come se senza di loro il tempo non potesse progredire. Ma una vita vissuta seguendo i propri ritmi e non quelli imposti da questo diabolico oggetto rivoluzionerebbe la nostra società. Eh sì, sto maturando una profonda avversione verso quelle lancette. Ora scusate, rimarrei ancora a scrivere, ma si è fatto tardi...

domenica 21 marzo 2010

Incongruenze Stellari

Leggo, basito, che il corteo di sabato del popolo della libertà è stato accolto dalla band di Demo Morselli che intonava la note di Star Wars.
La notizia mi ha lasciato esterrefatto. Ma l'hanno visto il film? E soprattutto l'hanno capito? Lasciamo un attimo da parte la pomposità degli effetti speciali e concentriamoci sulla trama. Guerre Stellari è innegabilmente una saga sulla resistenza. E' la storia di una lobby che prima mina le basi di una repubblica attraverso la strategia della tensione, poi mette fuori uso il parlamento ed infine instaura una dittatura. Gli unici che continuano a opporsi sono un piccolo manipolo di magistrati, pardon di jedi, che, seppur delegittimati dal proprio ruolo, non si arrendono e combattono questa violenta dittatura cercando di restaurare una più giusta democrazia. Questa storia è raccontata sotto forma di favola, il che la rende comprensibile persino ad un bambino. Ora, con che coraggio utilizzano la colonna sonora di questo film sulla resistenza per una manifestazione di regime beh non me lo riesco a spiegare...
A meno che... beh certo, a meno che non parteggiassero per Darth Fener. Così potrebbe avere un senso. La strategia dell'impero si rispecchia molto con l'ideale politico di questa gente. E sì, Darth Fener come mito da seguire... Però continua a starci qualcosa che non quadra. Alla fine della saga l'Impero viene sconfitto e Darth Fener ha anche un ripensamento in punto di morte. Vittoria dei partigiani e annientamento della dittatura. Mmm... insomma, di nuovo non riesco a venirne a capo.
Il mio terrore a sto punto è che il futuro Ministero della Propaganda cambi il finale della saga con una vittoria dell'Impero. Con Palpatine presidente della repubblica e Darth Fener primo Ministro...

mercoledì 17 marzo 2010

la curiosità

Sensazioni istintive, per nulla mediate dalla ragione. Capita, a volte, che ci si avvicini parecchio a questi territori...

la curiosità from Danilo Melideo on Vimeo.

martedì 16 marzo 2010

la decadenza

Now. Not tomorrow. Yesterday. Not tomorrow.
Outside, David Bowie

Si respira un'aria di imminente sfacelo. La decadenza dell'impero ormai è inarrestabile. Le parole sono sempre più vuote e sempre meno riescono a nascondere la brutalità. Sui palchi gli animali sono rabbiosi e confusi e la platea si svuota. Ora rischiano di diventare davvero pericolosi. Ora. Non domani. Ieri. Non domani. E' oggi che accade. Il danno è oggi.

martedì 9 marzo 2010

Tempi Moderni

Ah, la frenesia dell'epoca moderna! Ma il problema non è mica lo stress, il nervosismo che provoca il traffico o altre minchiate affini. Questi sono argomenti da talk show. Il danno che provoca questo stile di vita a mio avviso è di tutt'altro genere e decisamente più grave che qualche smadonnamento al semaforo. E riguarda l'utilizzo del tempo. Ci hanno confezionato una vita traboccante di ansie e di bisogni, di cose da fare e scadenze da rispettare fino a farci abbandonare quell'abitudine che ha contraddistinto per secoli l'uomo: quella di fermarsi a riflettere. Può sembrare una banalità ma con una vita a questi ritmi frenetici succede che è meglio dieci minuti di telegiornale che passare una serata a capire la dinamica di un qualsiasi evento, è meglio ragionare per stereotipi che ci si fa un'idea sommaria di tutto che approfondire dinamiche e contesti, meglio utilizzare il sempre minor tempo libero per cazzeggiare che tornare ad impegnarsi ancora. E' comprensibile che si finisca così, non nego che capita anche a me. Ma una società a questi ritmi poi fa sì che la gente sa meno e quello che sa è incompleto o falsato. Insomma tutta sta pippa per dire che secondo me, con dei ritmi di vita più distesi molti degli abomini che l'uomo qualunque accetta... beh, non ci sarebbero più.

Ovvio che i problemi sociali che ci attanagliano non dipendono solo da questo, ci mancherebbe. Però la sua influenza ce l'ha, oh se ce l'ha.

Chiudo il post con un piccolo video, che ho girato tornando a casa dal lavoro. Un piccolo video che contiene un ancor più piccolo consiglio...


mercoledì 3 marzo 2010

Il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio

Ok, ok, faccio pubblica ammenda. Adoro i film "psichedelici", visionari, sconnessi. Sì, si, proprio quelli che "non si capisce una mazza". Quelli che "Ma cosa minchia voleva dire?" Però a sto punto qualche precisazione la voglio fare, perché sarò pure strano ma questa mia passione non è insensata.

Dunque, se un film non segue i rigidi schemi della struttura narrativa viene generalmente bollato come una porcheria. Come se l'unico stile socialmente accettato sia quella di prologo - svolgimento - conclusione. E invece, diobbono, esiste un altro stile di racconto che non procede seguendo una logica narrativa ma bensì una logica esclusivamente emotiva. Un susseguirsi di associazioni visive e sonore che puntano a comunicare una stato emotivo senza la sovrastruttura della narrazione. Sono perfettamente consapevole che è uno stile, per sua natura, di nicchia: il linguaggio narrativo è universalmente condiviso per cui utilizzandolo si ha la garanzia che il messaggio venga recepito da tutti. Il linguaggio emotivo, viceversa, è del tutto soggettivo. Dipende dalla sensibilità dello spettatore. E se guardando un film di questo tipo non si entra in sintonia con la sua emotività ovviamente rimane la struttura narrativa. e se detta struttura è assente o molto sconnessa ecco che viene legittimo il "ma non si capisce una mazza".

Ma a me spesso è capitato di entrare in sintonia con questo universo, e ad esempio alcuni film di David Lynch li trovo dei capolavori sublimi.

Da videomaker, molto umilmente, talvolta anch'io mi cimento a sperimentare questo stile di racconto. Il rischio di perdersi in un nonsense sterile è sempre presente. E' un territorio delicato ma se si imbocca la strada giusta riesce a tirarti fuori un grande potenziale emotivo. E se il risultato finale viene apprezzato solo da me e pochi altri... beh, chissenefrega. Come disse Lynch a proposito di INLAND EMPIRE "il film è mio e ci metto tutti i conigli che voglio"...