sabato 29 agosto 2009

Lost Zone - Sul progetto...

D'accordo, lo ammetto, il progetto è ambizioso. Creare un serial. E con esso il conseguente universo diegetico, fatto di regole, personaggi, relazioni. Un lavoro produttivo decisamente complesso, ma al contempo, estremamente stimolante.


L'idea di partenza è la seguente: spingiamo l'acceleratore sulla situazione politica attuale e immaginiamocela fra vent'anni. Quello che ne viene fuori è un regime fortemente accentratore che, con la scusa del benessere e della sicurezza, ha eliminato ogni libertà individuale e consolidato una violenta repressione verso tutti i dissidenti. Il mantenimento del potere e del consenso è relegato al controllo totale dei mezzi di informazione. Televisione, stampa, radio, internet, tutti i mezzi di comunicazione sono gestiti dal regime e trasmettono una propaganda infinita.


Questo sistema, per anni, ha garantito una consistevole stabilità al governo. Ma nel corso del tempo il perpetuarsi delle azioni repressive ha cominciato a portare delle perplessità anche nel cittadino medio. Insomma, il regime rischiava di perdere l'approvazione plebiscitaria che si era assicurato con il controllo dell'informazione.


In questo contesto nasce il progetto di una Zona Franca. L'idea del regime è la seguente: chi vuole vivere nella nostra società, godendo del benessere e della ricchezza, deve rispettarne regole; ma chi non volesse rispettarle, non è obbligato. Può trasferirsi in una Zona Franca, al di fuori della giurisdizione del regime, dove può vivere in massima libertà. Trasferirsi nella Zona Franca però porta con se delle conseguenze: vivere senza agi, tra stenti e povertà, senza i servizi garantiti da un'istituzione forte; vivere nell'insicurezza di poter essere aggredito dai malintenzionati senza un corpo di polizia che ti protegga ecc.

Risultato dell'operazione è che il cittadino medio torna ad avere la percezione di un governo libero, infatti può decidere se accettare o meno le regole del regime. Inoltre, con la prospettiva di una vita nella povertà e nell'insicurezza, la maggior parte dei cittadini non si sposterà mai nella Zona Franca. Non solo, in questo modo si consente alla dittatura di essere ancora più dura nelle repressione, in quanto è il cittadino che ha accettato queste regole. Una manovra praticamente perfetta per il regime, che si ritrova più forte di quanto fosse stato prima.


E nella Zona Franca? Ciò che accade lì è ben diverso da quello che propaganda il regime...

... to be continued