giovedì 27 settembre 2007

Messo con le spalle al muro ho ceduto anch'io


Insomma, ho latitato finché ho potuto ma i meme continuavano a braccarmi. A nulla è valso il passaporto falso, rintanarsi in un casolare del Turkmenistan e comunicare solo tramite pizzini. Anche lì mi arrivavano pizzini di risposta in cui mi si intimava di fare un meme. Quindi, ormai stremato getto la spugna e lo faccio anch'io. Tra i vari meme che mi sono stati proposti per ora scelgo quello di M0rg4n4, perchè mi va di parlare di alcuni blog che mi sono piaciuti e in qualche modo avrei voluto scrivere io. Il prossimo che farò sarà quello, più sconnesso e logorroico, de la rimastanza avanza, le cui skizzate autrici mi stanno simpaticamente col fiato sul collo.
Dunque, ne devo scegliere tre e, non pago, devo mettere la taglia su altri tre che dovrebbero continuare questa improbabile catena di sant’antonio.

I blog che scelgo sono:

s.b. perché mi diverte un mondo il suo modo di essere brillante e sarcastico, con quella sua capacità di reinterpretare i fatti di attualità nonché le vicende che gli capitano quotidianamente

categong per la prospettiva folle con cui si guarda intorno. Tra i tanti suoi post ho adorato quello su obi-wan

e poi

bestès lone wolf, di cui ancora mi chiedo come faccia a fondere l’estetica cyberpunk con il trash della commediaccia ann 70 in maniera così armonica. Il tutto poi intervallato da gotiche folgorazione che aiutano non poco ad avere una notte insonne

e adesso devo puntare il mio dito inquisitore su altri tre:

1) Il buon vecchio Mat, per la semplice motivazione che probabilmente non lo farà mai
2) Mimmo, per la semplice motivazione che probabilmente l’ha già fatto
3) Babbo Natale, perché probabilmente non esiste

mercoledì 26 settembre 2007

Un'oasi al capolinea


Non so se qualcuno di voi si ricorda il film Tutti giù per terra. Walter, facendo un’amena riflessione su ciò che l’aspettava diceva: “avrei finito per vendere l’ultima cosa ancora mia oltre al culo, il tempo.” Eh beh, a me la cosa che più stressa del lavoro non è il lavoro in sé, in quanto lo trovo anche stimolante, ma il tempo che ti ruba rispetto al resto. E finisci per trovare delle oasi di pace in posti e luoghi prima impensati, come alle 9 del mattino stipato in un tram strapieno in cui ti puoi perdere dentro un paio di cuffiette al suono di qualche splendida canzone.
Ma del resto, con la precarietà che c’è, per tre mesi che un lavoro ce l’ho probabilmente non dovrei lamentarmi. Ma che volete, son cacacazzo di natura :P Intanto, però, un ritaglio per buttare giù qualche riga l’ho trovato.

venerdì 21 settembre 2007

Colleghi Trascurati


Scusate tutti ma sti giorni, col fatto di adattarmi ai ritmi del nuovo lavoro sto un pò in tilt e non ho trovato il tempo di rispondere ai commenti e di girare un pò sui vostri blog. Appena mi sarò un pò assestato tornerò in carreggiata e riprenderò la mia vita da blogger. E che sto lavorando come montatore per una webtv giornalistica e, si sa, i ritmi giornalistici sono da pazzi. A cui si aggiunga che, prima di montarli, mi tocca vederli i video. Ore di interviste a sottosegretari vari che spingerebbero al suicidio anche le persone più attaccate alla vita!
Ad ogni modo tornerò presto!!

domenica 16 settembre 2007

La guerra è finita (se tu lo vuoi)

Ebbene, ieri sera mi sono imbattuto nella visione del documentario “The U.S. vs John Lennon”, nel quale si è cercato di ricostruire come l’FBI, infastidito dall’attivismo di Lennon, cercò in tutti i modi di mettergli i bastoni fra le ruote. A rivederlo oggi l’attivismo di John fa quasi tenerezza, come la scelta di non tagliarsi più i capelli finché non arrivi la pace o stampare centinaia di cartelloni in formato gigante con su scritto “War Is Over (If you want it)” e farli appendere nelle principali città del mondo oppure, ovviamente, inneggiare all’amore universale attraverso le canzoni o le interviste. Gesti quasi ingenui che oggi al massimo farebbero sorridere l’establishment. Ma allora, con il clima di rivolta che permeava ogni ragazzo e con l’immenso potere mediatico che poteva avere un beatles, quei gesti rischiavano di cambiare il mondo. E non gliene voglia l’FBI, ma quel capellone, almeno un po’, il mondo l’ha cambiato.

giovedì 13 settembre 2007

La Leggenda Degli Uomini Precari

Che anch’io abbia i miei bei problemini ormai è chiaro, come quando certe mattine, svegliandomi, invece di fare colazione fisso lo sguardo nel nulla e mi trovo a cantare “Una vita da precario” sulle note della canzone del Liga sul mediano… ma questa condizione esistenziale è più invasiva di quanto si possa pensare. Negli ultimi giorni però sono partito alla carica per farmi una raffica di colloqui. Capello a posto, barba fatta, giacca-da-persona-seria e cartina di Roma in tasca per non arrivare ore in ritardo causa improvvisa perdita dell’orientamento. Solitamente la giornata finisce con io che cerco di consolarmi tramite un Amaro Lucano (pare che nella pubblicità quando va tutto a puttane sia d’obbligo l’Amaro Lucano). Ebbene, stavolta no! Pare che un lavoro sono riuscito a sfangarlo! Certo, certo, sempre precario, ma meno degli ultimi... quindi per ora l’Amaro Lucano può aspettare ;)

martedì 11 settembre 2007

Posso accettare il caos, ma non sono sicuro che il caos accetti me


Solitamente quando si fa un film biografico, si dice che la vita del personaggio viene romanzata. Per Io non sono qui, pellicola ispirata alla vita di Bob Dylan, non solo è stata romanzata, ma fatta calare nell’acido e cantata con le sue parole. Il film è totalmente folle, e per questo, a mio parere, geniale. La narrazione è frammentaria e psichedelica e gli eventi reali si mischiano alle suggestioni delle sue canzoni. Si passa dalla rappresentazione dell’infanzia in cui Dylan è immaginato come un ragazzino di colore che salta da un treno merci all’altro, con la chitarra in spalla e in fuga dal riformatorio, al Dylan che conosciamo tutti, tra canzoni di protesta ed eccessi, per passare poi al Dylan disilluso fino a giungere a un Dylan versione cowboy che vive in un villaggio da vecchio west popolato da personaggi felliniani. Il tutto spezzato e ricomposto apparentemente a caso. E, ovviamente, su questo, la sua musica la fa da padrona. Azz è veramente difficile descrivere questo film! Dovrei trovare una parola che ne sintetizzasse il senso… mmm vediamo… ribelle? No, non spiega bene com’è… mmm… ah ecco, trovata: anticonformista. Proprio come lui.

domenica 9 settembre 2007

Gangs of Cinecittà

Sabato, oltre al V-day, qui a Roma c’è stata la Notte Bianca. Tra i vari eventi in cartellone c’era la possibilità di visitare cinecittà. Un’occasione che non mi potevo far scappare, anche perché le volte che ci ero passato vicino l’ho sempre vista come una fortezza, con tanto di filo spinato sopra le recensioni nemmeno fosse Guantanamo. Quindi con l’emozione di un erotomane in una fiera dell’hard ho affrontato la metro superaffollata e mi sono diretto alla città del cinema. Appena entrati a cinecittà dagli altoparlanti si sentiva la marcia dell’8 e mezzo felliniano e io con l’immaginazione ero già partito per la tangente. La mia ragazza probabilmente guardandomi avrà visto disegnata sul mio volto un’espressione ebete e incantata, nemmeno avessi una paresi facciale. Ma io davvero mi sentivo a Disneyland! Il primo set che ci siamo trovati davanti è stato quello di Gangs of New York, la ricostruzione di quella via newyorkese dell’800 era impressionante, e avevo i brividi a passeggiare tra quei lampioni e quelle insegne consumate. E intanto dagli altoparlanti veniva il tema di Morricone per “C’era una volta in America”. Seguivano poi altri set, come quello della Roma Antica o dell’Assisi di San Francesco, ed io li guardavo estasiato come un bambino... Non avrei smesso più di vagare per quelle città fantasma cariche di magia. Poi però siamo arrivati all’uscita. Gli altoparlanti commentavano la fine del tour trasmettendo il tema della Casa Stregata, ed io pensavo a Pozzetto che mi guardava e diceva “La fine quando arriva, arriva!”

giovedì 6 settembre 2007

I Griffin doppiati in napoletano

Circa un annetto fa io e il mio collega di follia ci siamo sfiziati a fare un doppiaggio di una scena dei Griffin in napoletano. Ma così, giusto perché non abbiamo proprio tutti i neuroni a posto, e poi perché, in fondo, ci divertiamo con poco. Lo postiamo su youtube e in poco tempo comincia a macinare un numero impressionante di visite. Fin qua una bella soddisfazione, se qualcun altro si diverte con noi co ste minchiate a noi non può che far piacere. Poi però la sezione dei commenti comincia a diventare una sorta di forum tra le opposte fazioni tra nordisti e sudisti e ormai sono diversi mesi che è diventato terreno di scontro violento tra quelli che dicono che il sud è pieno di fannulloni, camorristi, parassiti ecc, e quelli che rispondono che al nord sono delle merde e via discorrendo. Una discussione carica di violenza verbale, molto televisiva, in cui l’insulto è l’elemento dominante. Io, sinceramente, sono rimasto sorpreso da questa forma di razzismo che veniva fuori da sti commenti, mi sembravano discorsi superati ormai da molto, ma evidentemente non è così. E noi che volevamo solo scherzare e farci qualche risata in compagnia...

ps news: visto che il video ce l'hanno rimosso da youtube, noi l'abbiamo ripostato da un'altra parte. Cliccare per credere ;)

Brian deve dei soldi a Stewie che si sta per incazzare. In questo video sbrocca, parlando in napoletano

martedì 4 settembre 2007

Una faccia in prestito

Le persone (e i personaggi) possessori delle facce sopraccitate mi hanno arricchito di molte sfumature. E volevo rendere loro un omaggio, inutile e frivolo, senza parole…

domenica 2 settembre 2007

Groucho senza baffi?!?! Giuda ballerino!!!

Ho appena scoperto che nell'edizione americana di Dylan Dog, Groucho, per motivi di copyright, è privo dei suoi baffi ed è stato ribattezzato Felix. Ma come? Il mitico e surreale sosia di Groucho Marx, che a mio avviso è una delle grandi forze di questo fumetto, è stato macellato negli Stati Uniti per un inquietante problema di diritti d’autore… non ho parole! Letta sta cosa stentavo a crederci quindi ho attivato tutte le mie capacità di ricercatore web e alla fine l’ho trovato uno stralcio di questa edizione americana, eccola:


Ma essere il sosia di Groucho Marx faceva parte integrante dell’assurdità del personaggio. Sarà che ci sono affezionato al buon vecchio Groucho ma vedere sta cosa mi ha vagamente turbato. Fra un po’ arriveranno a tassare le persone perché somigliano troppo a qualche personaggio famoso, mah…