
Però, seguendo nel suo complesso questa manifestazione, mi sono imbattuto in alcuni concerti, per quanto mi riguarda, molto singolari. Ore intere di improvvisazioni al piano, senza nessun accenno di melodia, senza un ritornello, senza un punto d'appiglio. Non capivo. Non vi trovavo alcuna suggestione, solo dei tasti premuti apparentemente alla rinfusa. Eppure, tra il pubblico, decine e decine di spettatori concentratissimi, attenti a cogliere la più piccola sfumatura di ogni nota. E lì ho avuto l'illuminazione. Io di jazz non ne capisco un cazzo. Il piacere che dovevano cogliere questi spettatori a me non sfiorava nemmeno di pezza. Per circa 30 secondi sono stato investito da una profonda malinconia. Poi è seguito un minuto buono di riflessione e interessanti prospettive per il futuro, in cui mi imponevo di dover prendere lezioni e studiarla sta benedetta musica per riuscire anch'io un giorno a provare piacere nel sentire quel susseguirsi di note che, al mio umile orecchio, non avevano senso. Infine, però, passato questo tormentato minuto e mezzo, mi son detto: anche se mi limitassi ad ascoltare solo il jazz che mi piace non sarebbe poi tanto male...