venerdì 31 agosto 2007

Una giornata particolare


Oggi giornata piuttosto movimentata perché… beh perché… e che non sono abituato e quasi mi imbarazzo a dirlo… cmq ecco… giornata movimentata perché… ho lavorato!

Ecco, l’ho detto! E che ne avevo sentito parlare ma… sa com’è, dal momento che non ne vedevo mai di lavoro ho cominciato a credere che fosse una di quelle leggende metropolitane, mah sì, del tipo “contadino avvista extraterreste vestito da majaro” o cose così. E invece no, oggi ho lavorato! Certo una piccola cosa riguardo un video, a cui peraltro dovrò dedicarmici anche nei prossimi giorni (prima di ripiombare nel vortice della nullafacenza), però sono quelle cose che ti ridanno fiducia! Adesso mi voglio proprio rilassare! Mi accendo una sigaretta e mi affaccio alla finestra… ah, che bello il cielo… ma… e quello?... quello cos’è? Azz, sembra un extraterreste vestito da majaro…


p.s. poi volevo ringraziare selma che, non si capisce bene sotto gli effetti di quale sostanza, nella sua rimastanza avanza ha parlato entusiasticamente del mio blog ;)

giovedì 30 agosto 2007

Un altro post social-demenziale

Continuando la serie “come sarebbe stato se la cultura televisiva odierna fosse esistita anche nel passato”, qui di seguito posto un’altra serie di interviste doppie realizzate dalla premiata ditta Gimada, ovviamente in chiave fortemente demenziale. Stavolta mi sa anche che ci siamo spinti un po’ oltre, compaiono addirittura Gesù e il Diavolo… ps anche in questo caso l’ultima è illogica demenza ;)


mercoledì 29 agosto 2007

Col Pranzo è Servito sono arrivato alla frutta

Comincio a preoccuparmi. Ieri mi sono fatto un piatto di spaghetti al pomodoro. Mi stavo apprestando ad amalgamare il sugo alla pasta quando d’improvviso mi blocco e inizio a contemplarlo. E il pensiero che mi ha interrotto è stato: è identico al piatto di spaghetti del Pranzo è Servito. Sì, sì, proprio la trasmissione di Corrado degli anni ’80. Ho notato che la disposizione degli spaghetti e la chiazza di sugo in cima erano precisi a quelli della pastasciutta della storica trasmissione. Inutile dire che il pensiero successivo è stato “ma che cazzo mi viene in mente?!?!” Ho poi dedotto che non mi libererò mai del background televisivo col quale sono cresciuto. E in attesa di altre spericolate associazioni con programmi come Drive In, Il gioco delle Coppie, Emilio, Ok il prezzo è giusto, Il gioco dei nove, Telemike o Jonathan dimensione avventura, mi sono deciso finalmente a mangiare questo benedetto piatto di spaghetti.

lunedì 27 agosto 2007

Due frasi maledette

In relazione al Vostro annuncio invio il mio curriculum.
In attesa di una Vostra risposta porgo cordiali saluti.

Queste due frasi mi tormentano. Strisciano verso il mio letto mentre dormo e mi punzecchiano sadicamente. Si nascondono nel mio armadio per aggredirmi quando lo apro. Anche quando prendo il caffè le vedo galleggiare mentre mi deridono allegramente. Da un po’ di tempo a questa parte sono la mia condanna. E non dovrei nemmeno lamentarmi più di tanto, che questa specie di lavoro free-lance me lo sono scelto io. Solo che si lavora così, quando capita. E capita poco. Mentre le bollette da pagare e l’affitto capitano schifosamente regolari. E quindi via con lo show degli annunci di lavoro e di invio curriculum… e poi loro: quelle due maledette frasi che quasi quotidianamente devo scrivere. E certe mattine mi verrebbe di modificarle a tradimento quelle maledette...

In relazione al Vostro annuncio Vi invio un sentito VAFFANCULO.
In attesa di una Vostra risposta Vi sfotto cordialmente.

domenica 26 agosto 2007

Grazie a Dio non vivo negli Stati Uniti!

Sabato sono andato a vedere Sicko, l’ultimo film di Micheal Moore. Appena uscito dal cinema il mio primo pensiero è stato: “Grazie a Dio non vivo negli Stati Uniti!” Che poi, grossomodo, è lo stesso pensiero che ho avuto dopo aver visto Bowling at Colombine e Fahrenheit 9/11. L’atrocità del sistema sanitario statunitense è messo alla berlina, e ho avuto i brividi vedendo quanto poco rispetto per la dignità umana è perpetuato dalle lobby assicurative e farmaceutiche. Certo, poi lo sappiamo tutti quali sono i limiti del buon vecchio Moore, quel suo gusto sensazionalistico, un po’ televisivo, di indugiare sui casi umani e l’assenza di un contraddittorio, difatti è assente qualsiasi intervento dei dirigenti delle società assicurative che sono il suo bersaglio. Ciò non toglie, però, il grande valore a questa denuncia e apprezzo una voce fuori dal coro come quella di Micheal Moore che, seppure con i suoi limiti, ha il coraggio di puntare il dito contro un sistema che si ostina a perpetuare col sorriso una continua umiliazione verso la dignità umana. E poi mi sta simpatico :)

venerdì 24 agosto 2007

Un post social-demenziale

Io lavoro nell’ambito del video. Con una precarietà a dir poco fastidiosa, ma ci lavoro. Faccio questa premessa perchè oggi volevo scrivere un post sulla degenerazione della cultura televisiva, sull’imbarazzante mancanza di gusto e sensibilità a cui siamo abituati. E mi sono tornati in mente dei video, dall’approccio indiscutibilmente demenziale, che ho fatto tempo fa col mio collega (la parte iniziale della sigla Gimada), in cui ci eravamo immaginati come sarebbe stato se, ai tempi del fascismo o durante gli anni di piombo, ci fosse stata la cultura televisiva odierna. Oggi ne posto uno (non fate caso all'ultima intervista, quella era puro godimento demenziale)


giovedì 23 agosto 2007

I duri del cinema... e della realtà

Prendiamo Bogart, con tanto di impermeabile, cappello e immancabile sigaretta che pende dalle labbra che prima di andarsene verso chissà quale meta si gira e con voce profonda dice: “Arrivederci amico. Non le dico addio. Gliel’ho detto quando aveva un senso. Gliel’ho detto quando ero triste, solitario e alla fine” poi si volta e se ne va. Che stile ineguagliabile! Ti fanno venire i brividi questi duri del cinema! E ti viene quasi da prenderli come esempio di vita per quanto fascino emanano… e sta qui il problemi: molti lo fanno! Inutile dire che gli effetti sono a dir poco ridicoli. Il diciottenne che parla come se avesse fatto le trincee nella Grande Guerra, il tipo che deve necessariamente chiudere ogni discussione con delle frasi a effetti tipo “Se il destino vorrà ci rivedremo un giorno, e capirai di cosa parlavo” (sic!) o quelli che se il camioncino della raccolta differenziata salta un giorno te lo dicono con un’espressione del tipo “E’ bene che ci rendiamo conto che abbiamo le ore contate”. Beh, se questi devono essere gli effetti… fanculo Bogart, ridateci Woody Allen!!!

martedì 21 agosto 2007

Vintage Arcade

Se c'era una cosa, quand'ero piccolo, che mi faceva pesare di essere figlio unico, beh quella cosa era indubbiamente Bubble Bobble

certi livelli, per non parlare del fatidico n°100, si potevano superare solo giocando in doppio, ed io mi consumavo nella frustrazione di giocare da solo! Draghetti maledetti! Mi avete rovinato l'infanzia! Non avevate pietà di me diecenne, della mia Amiga 500 e di quel fottutissimo dischetto con il gioco? No eh... se adesso sono così è anche colpa vostra!

lunedì 20 agosto 2007

Una solidarietà abbagliante

Ragionando di solidarietà e di quanto ce ne sia sempre meno, mi è tornata in mente un’abitudine che si tramanda di generazione in generazione senza avere il minimo cedimento. E mi riferisco alla consuetudine per gli automobilisti di avvertire tramite gli abbaglianti della presenza degli sbirri lungo la strada. In modo che se qualcuno è senza cintura di sicurezza, sta parlando al cellulare o sta andando oltre i limiti di velocità, possa repentinamente abbassare il tiro e trasformarsi in un conducente modello. Però l’automobilista che si avverte potrebbe anche avere un cadavere macellato in decomposizione nel bagagliaio o trasportare una partita di kalashnikov. Si potrebbe essere complici di un assassino eppure lo si avverte della presenza dell’ordine costituito. Non so da cosa deriva questa atavica repulsione verso le forze dell’ordine, che sulla carta dovrebbero essere lì per proteggerci. Tuttavia anch’io quando mi trovo a relazionarmi con la sbirranza provo un certo disagio e tendo a vederli non dalla mia parte. Ma perchè? Sarà forse che continuiamo a percepirli non come soggetti preposti a far rispettare il vivere civile ma come il braccio di uno stato che pensa solo ai proprio interessi o sarà più semplicemente una sorta di antipatia verso un’insita arroganza che spesso portano addosso insieme alla divisa… chissà, sta di fatto che una delle poche forme di solidarietà che ancora sopravvive in maniera così diffusa è quella contro l’ordine costituito.

sabato 18 agosto 2007

Gli inarrivabili titoli stracult


La cosa strepitosa dei film stracult degli anni 70 sono i titoli. Alcuni toccano dei livelli di creatività sublimi. Nessuna persona sana di mente oggi potrebbe solo pensare di intitolare un film come invece facevano i produttori italiani di quel periodo. A prima vista era sui western che si sbizzarrivano maggiormente con titoli inarrivabili come “Lo chiamavano Tessette… giocava sempre con il morto” o “Indio Black, sai che ti dico: sei un gran figlio di…” ma è sulla commedia pecoreccia a sfondo erotico che davano davvero il massimo con titoli come “Fratello homo, sorella bona – nel boccaccia superproibito” oppure “Quando gli uomini armavano la clava e… con le donne fecero din don” o ancora “Geometra Pinetti selvaggiamente Osvaldo” per non parlare dell’altissimo “La dottoressa ci sta col colonnello” e fermatemi che l’elenco potrebbe continuare per pagine intere. Concludo con un titolo che da solo meriterebbe un premio oscar “Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le braghe in mano, riuscì a conservarselo sano”

venerdì 10 agosto 2007

Pasolini e i titoli cantati

A proposito di stranezze cinematografiche mi sono tornati in mente i titoli di testa di un famoso film di Pier Paolo Pasolini "Uccellacci e Uccellini". Che la mia memoria di cinefilo ricordi è l'unico caso in cui la canzone che accompagna i suddetti titoli ha come testo... i titoli stessi. Ha un effetto davvero straniante e probabilmente una trovata del genere poteva venire solo ad un tipo come Pasolini. Per la cronaca il tema è composto da Ennio Morricone.

mercoledì 8 agosto 2007

La generazione del Nastro

Ho ancora la mia stanza strabordante di musicassette e VHS. E mi capita di fissarla questa massa informe di nastri. Li guardo con la tenerezza che hanno le cose inutili. Non hanno la poesia del vinile né la grazia eroica della pellicola ma nemmeno la comodità e la qualità del digitale. Sono una via di mezzo dall’identità confusa e probabilmente non lasceranno traccia. Nell’80 erano il futuro e nel 2000 erano già il passato. Ma è attraverso loro che mi sono innamorato del cinema e della musica. Rewind, play, stop.

venerdì 3 agosto 2007

Cara Amelie, a Roma il mondo è tutt’altro che meraviglioso


Sarà il mio stato di precario perennemente in lotta con la realtà quotidiana, ma da un po’ di tempo a questa parte sto perdendo anche la cosiddetta sospensione dell’incredulità. L’altro giorno mi stavo rivedendo Il Favoloso Mondo di Amelie. Bel film, non ci sono dubbi, però… Dunque Amelie ad un certo punto della sua vita va via di casa, dove viveva col padre, e si trasferisce nel centro di Parigi in un bel appartamentino all’interno di un condominio. Nella sua vita parigina lavora come cameriera in un piacevole bar, ma comunque non particolarmente importante. Ora, io non so, a Parigi, quanto possano pagare una cameriera e non so nemmeno come sono i prezzi nel mercato immobiliare della capitale francese, però so che a Roma una situazione come quella di Amelie sarebbe impossibile. Un appartamentino come quello di Amelie (presumibilmente 3 stanze più il bagno) in una zona non particolarmente centrale di Roma viene a costare d’affitto una cifra che oscilla diciamo tra i 1000 e 1300 euro. A cui si devono aggiungere le spese di elettricità, gas, riscaldamento e condominio. Ora, una cameriera in un bar quanto può guadagnare? 1000 euro? 1200? Mettiamo che gli va di lusso, ma proprio di lusso e prende 1300 euro nette. Come fa a sostenere la spesa di un appartamento del genere?! Solo per l’affitto gli va via tutto lo stipendio. E le altre spese? Qualcuno potrebbe dire che lavorando in un bar con una buona probabilità il pranzo lo scrocca lì, qualcun altro poi potrebbe aggiungere che Amelie ha sicuramente uno stile di vita economico. Giuste osservazioni, ma santoddio tra l’affitto, le bollette e un minino di spese per vestirsi e mangiare con lo stipendio da cameriera è matematicamente impossibile arrivare a fine mese. Che forse sia questo il favoloso mondo del titolo?