mercoledì 3 febbraio 2010

Note a piè di Borat

Uno dei rischi principali del conformismo è che inserendo al proprio interno anche le cose più nefaste queste vengono accettate senza fare troppi problemi. Facciamo l'esempio del razzismo. Se uno dice "I negri sono delle bestie inferiori" crea scandalo, l'affermazione viene condannata, chi dice questa frase viene considerato un razzista. Se però lo stesso concetto viene espresso seguendo le regole del conformismo culturale, quindi calibrando parole politicamente corrette, l'affermazione non viene percepita più come razzista, o comunque molto meno. E come per il razzismo lo stesso ragionamento lo si può applicare agli omosessuali, alle diverse credenze religiose o politiche. Basta confezionarla in una forma politicamente corretta e fare attenzione all'utilizzo delle etichette giuste che anche le affermazioni più violente, xenofobe, dittatoriali vengono socialmente accettate senza battere ciglio dalla maggior parte delle persone, anche dalle brave persone.

In questo contesto quelle opere artistiche "politicamente scorrette" hanno un forte valore, perché sbattono in faccia alla gente l'ipocrisia di cui è intrisa la nostra cultura. Nella produzione degli ultimi anni c'è stato un film che può rientrare a pieno titolo nel politicamente scorretto, ovvero Borat: studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan. Il film è uscito pochi anni fa e molti immagino se lo ricorderanno. Il personaggio di Borat Sagdiyev, creato da Sacha Baron Cohen, è un giornalista kazako misogino, antisemita, razzista che va negli Stati Uniti per fare un documentario sulla cultura a stelle e strisce. Pur trattandosi di fiction, una buona parte del film è realizzato in stile candid camera, ovvero Sacha si spaccia davvero per Borat e registra le autentiche reazione degli ignari intervistati. A contatto con i più disparati yankee riesce a metterli continuamente in imbarazzo facendo traballare, in un vortice irrefrenabile, tutte le certezze e le ipocrisie di una cultura carica di pregiudizi. Il film, che può far morire dal ridere come mettere a disagio (a seconda della propria sensibilità), è molto scorretto e si è portato dietro una miriade di polemiche. Ma l'unico ad uscirne con le ossa rotte è il finto perbenismo della cultura americana. Magari non tutto il film riesce a mantenere un buon livello e di certo non tutte le scene sono costruite con la stessa efficacia, ma l'approccio politically uncorrect di questo film ha, secondo me, colpito nel segno. Questo film, come del resto anche altri con questo approccio, provocandoci uno strano disagio riescono a sbatterci in faccia tutta l'ipocrisia nella quale viviamo. E poco male se i perbenisti si scandalizzano per le volgarità. Farebbero meglio a scandalizzarsi per la loro ipocrisia.

8 commenti:

  1. Lo ricordo, l'ho visto a suo tempo. Mi piacque abbastanza devo dire ma non mi esaltò moltissimo ma non perché era "scorretto".

    Ciao!!! Bello il banner da te sta proprio bene lol
    Daniele

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  2. Guarda, ne ho le scatole piene del politicamente corretto, del fabiofazismo e compagnia ragliante. Meglio guardarsi un film scoreggione di Alvaro Vitali o meglio ancora di Bombolo e del Monnezza !

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  3. Il politicamente corretto, il perbenismo e l'ipocrisia ci hanno portato all'attuale situazione.
    un saluto

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  4. Uhm, a me Borat non è piaciuto granchè. Per lo stile, principalmente: preferisco la spietatezza di un politicamente scorretto più raffinato.

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  5. E' tipico dei perbenisti (nome "politically correct" dei TROMBONI REAZIONARI) scandalizzarsi per battute sulle guerra e non per la guerra, tanto per citare un caso.

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  6. Lo vidi con piacere, alternando forti sensazioni di perplessità a momenti francamente esilaranti.
    Andai a vedrlo con mio figlio, che allora era sui 14. Ovviamente lui colse altri aspetti, ma uscimmo dal cinema soddisfatti.
    Sai, sul razzismo, e affini, credo non si possa barare più di tanto.
    I pregiudizi hanno un odore inconfondibile.

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  7. @Sciuscia: infatti è proprio questo il punto

    @enne: E' vero che i pregiudizi hanno un odore inconfondibile, ma sai, ho scoperto che non tutti hanno un buon olfatto ;)

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  8. Il cosiddetto politicamente corretto, alla fine è mero formalismo, capziosità e ipocrisia alo stato puro. Un abbraccio, Fabio (Il Cielo di Saint Ex)

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