domenica 5 settembre 2010

Libertà nella polvere

C'era un tempo in cui avevo un taccuino con una copertina di cuoio. Solitamente, in quel tempo, il taccuino era riposto in una borsa di stoffa peruviana insieme ad una penna, ad un walkman e a tre o quattro musicassette.
Lì dentro, tra quelle pagine, scrivevo durante i viaggi in treno, nelle sale d'aspetto delle stazioni, cercando di fermare un'inquietudine espressiva che non si poteva controllare. Immagini e pensieri lasciati randagi, in libertà. Poi il taccuino con la copertina di cuoio si è riempito di pagine scritte ed è finito in un cassetto a prendere polvere. Cosa c'è scritto in quel taccuino? Come direbbe John Fante: chiedi alla polvere.
Riguardando oggi quel taccuino con la copertina di cuoio penso che non basta essere liberi, ma bisogna esercitarla la proprio libertà. Poter dire quello che si pensa ma non farlo, nei fatti, non è molto diverso dal non poterlo dire. L'auto censurarsi a volte ha l'aria arrogante di un'offesa alla propria libertà. Ed io sono una persona educata e non la voglio offendere.

4 commenti:

  1. "Chiedete alla polvere della strada... chiedete alle iucche che si ergono solitarie ai margini del Mojave..."
    Bel tornato! ;)

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  2. Mai e poi mai autocensurarsi, le nostre penne devono viaggiare libere, le nostre dita devono fluttuare nell'aria per abbattersi poi sui tasti. Quei taccuini dovrebbero moltiplicarsi
    un saluto

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  3. Concordo in pieno, mai autocensurarsi.
    Ma ricordarsi sempre che la propria comunicazione, per quanto sacrosanta, nel momento in cui viene usata come strumento per impedire a qualcun altro di comunicare, forse inizia a fare acqua.
    Non è il tuo caso, ma vedo troppo persone che si appellano al diritto di far tacere gli altri salvo gridare alla dittatura quando gli altri mettono a tacere loro...

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  4. @Russo: più che condivisibile la tua riflessione. Più che altro perché il diritto a far tacere gli altri non esiste in democrazia, o almeno non dovrebbe esistere. Se qualche discorso non ti piace puoi non ascoltarlo, puoi criticarlo, puoi reagire in molti modi. Ma non puoi appellarti al diritto di far tacere chi non ti piace.

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